Il “San Giorgio che uccide il drago” è una delle icone più potenti che esprimono la vittoria del bene sulle forze del male. Giorgio, è un santo vissuto nel II secolo la cui esistenza è ancora avvolta dal mistero. L’episodio che è mostrato nell’icona fa parte della ‘Legenda Aurea‘, composta in latino dal frate domenicano e vescovo di Genova, Jacopo da Varazze. La legenda narra dell’impresa del cavaliere Giorgio, l’incontro con la principessa Silene e l’uccisione del drago, simbolo del male assoluto. San Giorgio è tra i santi più amati in Occidente e in in Oriente. Proprio qui compare con la definizione di “tropeoforo”, cioè “il vittorioso”, “il trionfatore”.
L’immagine, ispirata ad un’icona di San Giorgio Martire, che si trova nella chiesa omonimaExtra Moenia di Reggio Calabria, è qui ambientato nella città di Cava de’Tirreni. Riconoscibili, alle spalle del Santo, la facciata dell’Abbazia Benedettina e La Città di Cava in una rappresentazione di G. B. Pacichelli che si trova nel volume Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici Provincie, del 1703.
L’interpretazione, unica perché realizzata in modo interamente artigianale, misura 35×50 cm in carboncino e sanguigna. © Tutti i diritti sono riservati.
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